FRANCESCO PAPPACENA
Sabato 14 Ottobre / Sottoscala 9. Latina –
Francesco Pappacena presenta il suo nuovo disco
Francesco Pappacena cosa rappresenta l’album “Sottoscala” nel tuo percorso artistico?
Un punto di partenza o semplicemente un traguardo importante?
Grazie per la bella domanda! ti dirò che per assurdo rappresenta entrambe le cose perché da una parte c’è un lavoro di tanti anni dietro e lo vedo come il primo punto di arrivo vero e proprio. Ma anche un punto di partenza. Perché d’ora in poi voglio che questo lavoro arrivi a più persone possibili, a più esibizioni possibili e vediamo che succede…
Quanto tempo ci è voluto per realizzare il tuo primo lavoro, questo tuo primo disco?
Tanti anni effettivamente. Dal 2011 ho intrapreso il percorso da solista e ho iniziato con la mia prima band, I Superstiti, poi ci siamo separati perché sono partito tre mesi per andare in America, nell’estate del 2013 e al ritorno ho pensato di iniziare un percorso mio, col mio nome e cognome. Ho iniziato scrivendo canzoni nuove. Delle tracce contenute nel disco, solo una è stata composta nel 2014. Le altre appartengono tutte al periodo in cui frequentavo spesso un locale della mia città, dove ho trovato rifugio in un periodo non troppo felice della mia vita e che mi ha dato spunto per il nome dell’album, appunto Sottoscala. Suona anche bene come nome.
Il fenomeno Pappa è anche un fenomeno legato ai social network, sei molto seguito, soprattutto dalle giovani ragazze. A cosa pensi sia dovuto questo successo e qual è secondo te il segreto per mantenerlo costante nel tempo?
Avere una bella squadra di lavoro secondo me. Le ragazze che mi seguono, spesso anche nei concerti sono anche le ragazze che gestiscono la mia pagina Facebook. Sono delle affezionate che hanno iniziato a seguirmi da quando ho aperto il concerto dei Canova e si sono proposte loro volontariamente di gestire i miei account. Mi aiutano nella condivisione e collaborano attivamente nelle strategie di marketing. Mi hanno aiutato con la copertina del disco, con le foto…
Nasce tutto “in famiglia” e con la combriccola di gente che ti segue spesso. Il seguito a livello locale è aumentato positivamente e speriamo cresca ancora.
Quanto c’è di tuo in quello che canti, di Francesco Pappacena?
C’è tutto Francesco Pappacena. Anche un solo pensiero mai realizzato, dall’ idea che poi è diventata canzone alla litigata con la ragazza che si trasforma in strofa. Ci sono i posti che frequenti. Quello che faccio.
Sei molto giovane, hai appena 25 anni. Credi di poter affermare che quello che stai facendo è ciò che vorrai fare in futuro?
Magari! Ci metterei la firma per continuare a fare tutto questo a vita. Andare in giro per locali, suonare, non per forza facendo il cosiddetto “botto” che ti porta a suonare in posti enormi. Però magari fosse!
Sarei contentissimo comunque di girare per tutti i sottoscala del mondo, con gente partecipe e attenta, mi porto la pagnotta a casa e sto a posto. Non ho delle pretese particolari, voglio solo suonare il più possibile, al di là dei luoghi e dei posti. Più suono, più faccio gavetta e meglio è.
Se dovessi avere una stabilità economica grazia alla musica farei di tutto. Girerei un film tratto da qualche mia canzone, scriverei un libro…
Mi piacerebbe affiancarmi a qualcuno magari un po’ come ha fatto Ligabue per esempio.
Che disco consiglieresti al pubblico?
Il live di Banana Republic con Lucio Dalla e Francesco De Gregori in vinile. Oppure i Beach Boys, che se dovete pulire casa la domenica mattina stanno una favola insieme all’aspirapolvere. Oppure ancora gli Oasis con Morning Glory, il disco che mi ha cambiato la vita.
Basta! (ride)
Quanto conta in quello che fai lo studio e la dedizione?
Dedizione tanta. Mi rendo conto che se non fossi stato così di coccio a voler per forza fare questo, avrei mollato tutto già nel 2010 con la prima band e mi sarei messo a studiare per fare altro nella vita.
Lo studio accademico anche. Io non ho mai studiato chitarra ma è come se lo avessi fatto. Tutti i giorni perdevo almeno tre o quattro ore sullo strumento, ascoltando anche quelle canzoni italiane da usare come guida per la metrica. Ho fatto un anno di accademia di canto. Anche la cultura conta tanto, consiglio di fare molte letture perché leggere apre la mente. Vi consiglio di leggere anche cose brutte!
Cosa non sopporti negli altri e cosa in te stesso?
In me stesso le unghie sull’alluce che mi crescono a ventaglio e questo mi porta ad avere l’unghia incarnita quasi sempre (ce la ridiamo allegramente).
Fortunatamente da qualche anno non ho più problemi. A parte gli scherzi, a volte non sopporto la superficialità in cui spesso casco anche io purtroppo. Di più non sopporto il menefreghismo e la cattiveria e la gente negativa. E’ tutto unito da un collante di rabbia repressa probabilmente. In me stesso anche l’acidità, non sembra, ma sono anche acido, rispondo a cavolo anche con gli amici stretti. Spesso alterno momenti di chiusura a momenti in cui sembro la persona giù allegra del mondo.
Tre aggettivi per Pappa?
Mio zio mi definiva un tipo curioso, poi mi sento testardo e in fine propositivo.
Il 14 Ottobre 2017 ci sarà il release party del tuo album. Cosa ti aspetti da quel momento in poi?
Mi aspetto una bella serata al di là di quanta gente ci sarà, sicuramente ci saranno tutti quelli che nel bene o nel male mi hanno sempre seguito, forse anche quei parenti che non sono mai venuti ai concerti. Io punto di più su quelli che non conosco e spero di avere una serata piena e carica di bella gente.
Spero da lì in poi di portare il mio disco fuori Latina il più possibile. Vorrei arrivare al nord dove non sono ancora andato a suonare… Milano, Torino, Bologna, Trieste.
Oppure al sud, Napoli, Bisceglie, dove non ho mai suonato e tra l’altro ho anche molti parenti. Voglio fare lo zingaro con il disco in mano e la chitarra in spalla. Se la mia band mi segue ancora meglio.
Grazie Francesco ci vediamo il 14 Ottobre!
……….
PAPPA
SERVITOUR 2017 – 2018
RELEASE PARTY Venerdì 14 Ottobre 2017 ore 21.00
Circolo Arci Sottoscala 9 Latina
intervista di Federica Velli