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Massimiliano Bruno torna nelle sale con “Beata Ignoranza”

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INTERVISTA ESCLUSIVA – dal 23 Febbraio al cinema

Romano ma di orgine calabrese, classe 1970. È tifoso della Juventus, ama il caldo e le spiagge bianche. Tra pochi giorni lo vedremo alla regia con la commedia Beata Ignoranza, che sarà nelle nostre sale a partire dal 23 febbraio.
Stiamo parlando dell’attore, regista e sceneggiatore Massimiliano Bruno, che ha la straordinaria capacità di raccontarci storie di vita quotidiana affrontando anche le difficoltà della società odierna. Attraverso un’innata vena comica riesce a cogliere le sfaccettature e gli aspetti più ostili e ci delinea un ritratto, a tratti amaro, della società attuale. Il tutto sempre arricchito da un mix di gag molto divertenti. Tanta anche l’ironia, a tratti pungente da lasciarci scoperti, quasi a sbatterci davanti la realtà di ciò che siamo diventati, con le nostre gioie e i nostri dolori, le nostre forze e le nostre fragilità. I suoi film riescono sempre ad emozionarci grazie ad una delicatezza unica nel raccontarci e quel messaggio finale di invito alla riflessione che non manca mai.
Durante quest’intervista esclusiva, Massimiliano ci racconta un po’ della sua vita, del suo passato, delle sue origini e ci anticipa qualcosa del suo ultimo lavoro.

Giornata impegnativa oggi?
Abbastanza, manca poco all’uscita nel mio prossimo film nelle sale e stiamo sistemando le ultime cose. Sono le giornate più noiose tra color correction, mix audio, effetti speciali… arriva tutto alla fine!

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Sei una persona molto poliedrica: attore, sceneggiatore, regista… presto anche cantante?
(Ride!) In realtà lo sono stato! I miei primi passi verso una carriera artistica li ho mossi come cantante di una band nel lontano 1986, per due anni sono stato legato a questo gruppo, facevamo musica rock, ci divertivamo nel fare cover dei pezzi del momento. Eravamo promettenti già da all’ora! C’erano lo scrittore Alessandro Piperno e Michelangelo Piperno alle chitarre e Massimo Giangrande al piano. Mi divertivo molto, anche se poi il mio sogno era quello di fare l’attore.

Un sogno realizzato alla grande direi! Nel 2011 hai poi debuttato alla regia con “Nessuno mi può giudicare”. Che ricordo hai di quella prima esperienza dietro la macchina da presa?
Ho un ricordo bellissimo, il film ottenne diversi riconoscimenti: Miglior Film ai nastri d’argento, un David di Donatello per l’interpretazione di Paola Cortellesi e moltissime altre candidature.

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Qual è il film a cui sei più legato?
Sono molto legato a diverse pellicole: sicuramente a “Nessuno mi può giudicare” per il mio esordio alla regia, ma forse quello a cui tengo più di tutti è “Viva l’Italia”, perchè era un pensiero profondo che volevo esprimere con riferimenti politici.

Spesso nei tuoi film emergono tematiche sociali di forte attualità. Ne “Gli ultimi saranno gli ultimi” ti sei concentrato sulle ingiustizie sociali, le difficoltà soprattutto da parte dei giovani nell’ottenere una propria stabilità… Com’è la tua prospettiva dell’Italia oggi?
Avendo 46 anni l’Italia la vedo da tanti anni e mi sembra che oggi stiamo vivendo un momento difficile, di forte cambiamento. Sono soprattutto i giovani a risentirne gli effetti, c’è molta difficoltà nel trovare lavoro, è meno facile raggiungere le proprie ambizioni. Noi della nostra generazione siamo stati avvantaggiati da un’Italia che andava meglio, aveva un impianto economico apparentemente più fiorente. Adesso, invece, c’è una recessione economica che rende tutto molto più difficile. Noi artisti ci sentiamo un po’ in dovere di raccontarla e la comicità è il veicolo di espressione che più preferisco per mandare certi messaggi.

Se invece dovessi scegliere un altro paese dove poter vivere, quale sarebbe la tua meta?
Qualche anno fa ti avrei detto la Spagna, poi però anche loro hanno risentito della crisi. La mia scelta non sarebbe di certo politica, ma rispecchierebbe la mia persona e di certo la componente climatica e ludica che non devono mancare. Per questo ti direi il Messico, esattamente tra Puerto anghe e Puerto escondido, Sono un grande amante di questo Paese, un posto in cui sono stato tante volte ed in cui non manca mai occasione per tornarci.

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È in luoghi come questi che trovi ispirazione per i tuoi film?
No in realtà nel mio studio di casa, alla mia scrivania. Sono una persona che legge molto, che va spesso a teatro, mi interesso molto di ciò che accade in Italia e all’estero, compro riviste di approfondimento. Ho molta attenzione nei confronti dei giovani, ai mie allievi dei laboratori teatrali ed ho tanti nipoti!

Hai mai pensato di scrivere un libro?
In realtà si, mi piacerebbe un giorno scrivere un mio romanzo. Mai dire mai! Adesso però la mia concentrazione è sull’uscita del film nelle sale e poi capirò in quale direzione procedere con serenità.

Oltre ad essere uno straordinario regista, possiedi grandi capacità anche come importante sociologo. Nelle tue commedie descrivi con delicatezza, attenzione e nel dettaglio vari aspetti della società: di cosa ti avvali e quali sono gli strumenti per la tua chiave di lettura?
Sono sempre stato un grande osservatore. Sono nato a Pietralata un quartiere della periferia romana e so cosa vuol dire guadagnare 1200 euro al mese e stare in ristrettezze economiche. Ho tanti amici lì che sento ancora, con cui esco e trascorro del tempo. Adesso non posso più dire di essere uno di periferia, perchè le circostanze di lavoro e l’ambiente in cui mi trovo fanno parte di un mondo privilegiato. Di sicuro non è frequentare quelli del mio mondo attuale che può ispirarmi, a meno che non debba scrivere “La grande bellezza”! In generale prendo spunto dall’umanità che c’è intorno, non sono una persona snob.

Ed il tuo rapporto con la notte com’è? Come la vivi?
Il mio rapporto è cambiato nel corso degli anni e si è adattato a quelle che sono state e sono le fasi della mia vita. Fino ai trent’anni vivevo di notte, avevo una grande comitiva e non si andava mai a dormire prima delle 5 del mattino, non ero un “localaro”, ma più un tipo da chiacchiera magari davanti al locale. Adesso i tempi sono cambiati, gran parte delle notti che vivo è perché sto girando un film e ne carpisco un po’ il fascino. Quando si termina è spesso l’alba e prendi la città in contropiede, le persone vanno a lavorare mentre io me ne torno verso casa. Mi affascina terribilmente il passaggio della notte alla mattina, le strade sono libere e la città si sveglia piano piano. In quel momento c’è la mia Roma ideale!

Quanta curiosità c’è in te nei confronti della vita?
Sono una persona molto curiosa, ho sempre voglia di scoprire, di capire e conoscere. Ciò che più mi incuriosisce sono le reazioni umane agli eventi, mi colpisce, mi commuove o mi diverte vedere questo lato delle persone che reagiscono ad un evento.

A breve uscirà nelle sale cinematografiche il tuo ultimo lavoro “Beata Ignoranza”. Quanta provocazione c’è nel titolo di questo film?
A mio avviso l’ignoranza porta a scelte sbagliate, la cultura a scelte esatte. Quello che però si vede in rete, certe volte, fa credere il contrario ed è su questo paradosso che è nata l’idea per questo film. Mi sono posto la domanda di quanto sia reale la comunicazione in rete e la risposta è arrivata nella realizzazione di questo lavoro, in cui mi sono concentrato sulla comunicazione. La comunicazione è cambiata, è molto più immediata e questo ha consentito anche un’accelerazione dei tempi di lavoro. Nel mio film ho scelto di descrivere due prototipi: uno è il personaggio interpretato da Alessandro Gassmann, cinquantenne che trascorre gran parte del suo tempo in rete ed è molto attivo sui social network, proprio come sono i giovani d’oggi. L’ altro invece è il personaggio interpretato da Marco Giallini, uno all’antica, un tradizionalista, uno che vive la rete come una perdita di tempo, che ritiene molto più importante stare sulla sua poltrona a leggere un libro piuttosto che stare a chattare con qualcuno che si conosce a malapena. Entrambi professori di un liceo ed acerrimi nemici proprio per stili di vita opposti, che arriveranno a fare una scommessa scambiandosi le vite per arrivare a dimostrare che la vita dell’altro fa schifo, ma in realtà arriveranno a verità inaspettate…

Ringraziamo vivamente Massimiliano Bruno per la sua preziosa partecipazione ed attendiamo l’uscita nelle sale del suo film!

www.01distribution.it/film/beata-ignoranza

Intervista di Sara Brestolli

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